Le lacrime sembravano non esaurirsi mai e i piedi affondavano nella sabbia calda mentre speravo di cancellare quell’umiliazione.
Avevo vinto un posto nella tribuna dell’Airshow di Jesolo e la possibilità di incontrare i piloti della Skyrow, la squadra di cinque aerei di volo acrobatico che adoravo. Mathias, il capo formazione, mi aveva fatta sentire una sfigata e io…beh, gli avevo detto che era uno stronzo colossale prima di allontanarmi.
«Ormai ho smesso di ascoltare tutte le cattiverie che dice, non darci troppo peso.»
Alzai la testa, sorpresa.
«Che ci fai qui?» sbottai, mentre si sedeva al mio fianco.
«Sei l’amore della mia vita, dove altro dovrei stare?» chiese Loris, spostando gli occhiali da sole tra i capelli scuri.
Erano quattro anni che ci incontravamo alle manifestazioni aeronautiche e ogni volta ripeteva quella frase.
Avrei alzato gli occhi al cielo se non fosse stato per l’intensità del suo sguardo, sembrava davvero preoccupato.
«Li conosci?»
Si avvicinò, sfiorandomi con il suo corpo. Il cuore accelerò di colpo mentre quelle iridi nocciola, ormai familiari, mi scrutavano divertite.
«Ti confido una cosa: sono il fratello di Mathias… e il meccanico della squadra.»
Spalancai la bocca e lui scoppiò a ridere, allentando la tensione che mi affliggeva.
Mi regalò un sorriso caldo e il cuore perse un battito.
«Sono diventato l’uomo della tua vita?» sussurrò, prima di voltarsi per seguire le manovre di un elicottero. Osservai quei lineamenti baciati dal sole, incapace di distogliere lo sguardo.
«Dovresti andare a goderti queste ore con loro, è un’occasione unica. A meno che tu non decida di diventare la mia ragazza, il che avrebbe i suoi benefici. Ho già un’idea per il terzo appuntamento… ma non vorrei diventassi pretenziosa» concluse sogghignando.
Si alzò di scatto, porgendomi la mano e mi ritrovai troppo vicina a lui, di nuovo.
I nostri corpi si strinsero d’istinto, quasi volessero fondersi; lo vidi deglutire a fatica e un brivido mi scosse. Ci conoscevamo a stento, eppure il mio cuore in tumulto sembrava riconoscerlo, come se ci appartenessimo da tempo.
Mi concessi di guardare davvero quegli occhi, notando per la prima volta le pagliuzze verdi.
Arrossii e tentai di abbassare il volto, ma lui mi afferrò il mento, incatenandomi a sé. Ogni più piccola parte di me sembrava attraversata da mille scosse e mi morsi il labbro, desiderando di sfuggire a quello sguardo troppo intimo e magnetico. Gli spostai una ciocca dalla tempia ma quando tornai a guardarlo, mi costrinsi a rilasciare un sospiro profondo. Le sue labbra erano a un soffio dalle mie e lo vidi socchiudere le palpebre per un istante mentre inspirava, quasi volesse catturare il mio respiro.
Tremai tra le sue braccia, spegnendo la razionalità che continuava a dirmi quanto tutto questo fosse assurdo; stare con lui sembrava la cosa più naturale del mondo, la migliore che mi fosse capitata da anni, forse da sempre.
Mi alzai appena sulle punte e posai le labbra sulle sue, più carnose e calde di quanto mi aspettassi. Il primo bacio fu fugace e delicato, ma quando tornò a impossessarsi della mia bocca, le sue mani mi strinsero il viso, quasi non volesse lasciarmi scappare. Ogni tocco diventava sempre più audace e bramoso, mozzandomi il fiato; affondai le dita nelle sue spalle, non avrei potuto andare da nessuna parte, i suoi baci alimentavano e al tempo stesso alleviavano quel fuoco che mi divorava.
Uno scroscio di applausi ci interruppe e le mie guance si imporporano, prima di accorgermi dell’Inno d’Italia in sottofondo e della scia tricolore che tingeva il cielo sopra la nostra testa.
Dei fischi in lontananza richiamarono la nostra attenzione e nascosi la faccia nel petto di Loris mentre ridacchiava.
«Quante volte vi ho detto che sarei riuscito a presentarvi la donna della mia vita?» urlò ai ragazzi.
Lo guardai sconcertata. Gli aveva parlato di me?
Un sorriso dolce gli illuminò il viso, facendo fare l’ennesima capriola al mio stomaco.
«Non ho mai avuto dubbi, Melissa. Quando ti ho visto al raduno di Nervesa…»
Aggrottai la fronte, confusa.
«La prima volta non sono riuscito ad avvicinarmi. Ti ho notata e sono rimasto a guardarti osservare gli aerei, a vedere i tuoi occhi illuminarsi a ogni acrobazia. Sognavi a occhi aperti ed è stato in quel momento che ho capito che eri quella giusta. Temevo non ti avrei più rincontrata… invece, alla fine, sei tra le mie braccia» mormorò, attirandomi a sé.
Mi strinsi ancora di più a lui, rabbrividendo mentre le sue dita scivolavano sulla mia pelle in una carezza lenta.
Respirò tra i miei capelli prima di posarvi un bacio.
Mi porse la mia macchina fotografica, continuando a tenermi le mani sui fianchi mentre scattavo senza sosta, immortalando l’Alona, la manovra finale che creava una scia tricolore lungo tutto il litorale.
«Un bacio sotto le Frecce Tricolori. Dovrai impegnarti per superare un primo bacio del genere» lo stuzzicai.
Un sorriso sghembo apparve sul suo volto.
«Ho cinque piloti a disposizione, sono certo che mi inventerò qualcosa.»
Nadia Durante