Antonia Luise Brico
«O sei un musicista o non lo sei. Il talento non ha niente a vedere con il genere.»
Questa è la risposta che Antonia Brico diede a chi le chiese se una donna potesse imbracciare con perizia un ruolo come quello di direttore d’orchestra affidato per tradizione, esclusivamente al genere maschile.
E Antonia di talento ne aveva da vendere, ma se non fosse stato per il suo coraggio, il suo carattere determinato e la passione enorme per la musica non sarebbe diventata la prima donna a dirigere un’orchestra, legittimando un ruolo che non esisteva, aprendo una breccia sconvolgente nel conservatorismo musicale dell’epoca. (1930)
Le registrazioni dei suoi concerti sono oggi introvabili. Restano due ouverture di opere mozartiane di dodici minuti, due piccoli gioielli di questa grande e intrepida artista, donna forte e irriducibile femminista.
Il direttore dell’orchestra da camera di Greely, Dan Frantz, descrisse di aver visto, da bambino, la maestra dirigere la Brico Symphony: «Indossava un enorme e fluente abito di velluto nero. Assorbiva la luce e attirava la tua attenzione su di lei. E aveva questo sguardo severo che avrebbe potuto sciogliere parti della Groenlandia».
Ma chi l’ha conosciuta al di fuori del podio, durante le lezioni di piano, ne ricorda il sorriso gentile e il suo impegno, come insegnante, anche con musicisti poco provvisti di talento.
Antonia Luise Brico è una delle 27 donne presenti nella raccolta “Ritratti di donne 2“.
Evelina Proli nata a Tarquinia nel 1964, da anni vive a Viterbo con i suoi due figli e Leo, il loro cane. Ha lavorato come ostetrica, come informatore medico e attualmente è coordinatrice in una casa di riposo. Amante della lettura e di ogni forma d’arte, trova nella scrittura il suo piacere più grande. Ha pubblicato Attraverso la parete (Dialoghi edizioni, 2020), il racconto Il dono del faggio (Amarganta, 2020) e Le farfalle di Villa Giulia (Scatole Parlanti, 2022).