Il manutentore di anime

«Vuol dire che solo io posso decidere per me?»

«Proprio così, ognuno è responsabile di sé. La vita è come un sentiero, un cammino da esplorare e scoprire. Non c’è nulla di definito».

Una strana sindrome di eccesso di empatia stravolge la vita di un uomo

Una storia che come un gomitolo si srotola dal presente al passato

Pierre ha 38 anni, lavora come agente immobiliare a Milano e vive un’esistenza tranquilla tra relazioni di lavoro e amici selezionati. Un giorno, all’improvviso, riceve una telefonata dalla Francia. Un medico di una clinica psichiatrica gli comunica che Amélie, la donna che Pierre credeva morta da quando era bambino, è deceduta. Amélie non è una donna qualunque: è sua madre. La telefonata lo catapulta in un mondo terribile e ignoto: Amélie, infatti, a insaputa del figlio e per volontà del marito, è stata per 25 anni ricoverata in una clinica perché malata di mente. La notizia della vera morte della madre sconvolge la vita di Pierre. Sente di non avere più un passato e di essere vissuto per anni nell’inganno. Nei giorni successivi, una strana sensazione lo pervade. Inizia a percepire con grande forza le emozioni degli altri. È come se, improvvisamente, vivesse nei corpi delle persone che incontra. Una sorta di eccesso di empatia rischia di farlo impazzire. All’inizio cerca di reprimere ciò che prova, temendo di aver contratto qualche strana malattia, poi riconosce che il suo sentire può essere una risorsa da mettere a disposizione degli altri. Nel frattempo, la scoperta di un diario nel quale Amélie ha trascritto tutti i suoi ricordi, fin dalla nascita del figlio, lo aiuta a ritrovare parti di sé e a compiere un percorso di crescita che lo farà diventare un uomo capace di amarsi e di amare.

“Il Cittadino di Recanati” novembre 2024