 
Mondo, milanese inquieto e stravagante, con alle spalle una giovinezza divisa fra partite a carte nei bar cercando polli da spennare e la passione per i libri. Lascia l’Italia alla fine degli anni Sessanta per piccoli guai con la giustizia, portandosi dietro un ricordo: il viso del nonno con cui è cresciuto e ha scoperto il piacere di leggere. Cancella la sua città nebbiosa per correre il mare passando da un ingaggio all’altro su navi mercantili, evitando di trovare nuove patrie e di legarsi alle persone che incontra, finché non approda alla terra rossa e bruciata dal sole del Salento, a una donna e una figlia. Mettiamo che Mondo incroci una vecchia malata che vorrebbe morire, ma non riesce a farlo, mettiamo che sia costretto a tornare a Milano e lì affiorino brani di passato che gli mettono in mano soluzioni terribili e necessarie. Mettiamo che questo lo strappi alla routine di pedalate solitarie in mezzo agli ulivi, di rari momenti con la figlia Bianca, di letture, di oneste partite al bar che cementano qualcosa che assomiglia all’amicizia, suo malgrado. Mettiamo che Bianca, sulla scia di un testamento ambiguo e ingiusto, si ostini ad affidare il futuro alla ricerca di un fantomatico fratello. Mettiamo che in questa girandola di eventi Mondo decida che non ci sono cose giuste e sbagliate, ma soltanto persone. Ecco, questo è il Finimondo.
 
            Pervinca Paccini è nata a Milano. Ha insegnato Lettere nella scuola media e ha esercitato per 18 anni la professione di Dirigente Scolastico. Da più di 6 anni ha aperto in zona Città Studi a Milano, una enolibreria (Le Libragioni)...
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