In un torrido Ferragosto un’ex rivoluzionaria-maoista disoccupata organizza la festa per il ritorno dal carcere di un anziano e rispettato hippy, di cui è segretamente innamorata. Nell’impresa si fa aiutare da un tossico di mezza età, rapinatore fallito, deriso e perseguitato dai creditori. Inizia così una raccolta di offerte in denaro tra gli inquilini della corte dove vivono, in una periferia chiusa per ferie. La colletta per la festa diventa un’occasione di lucro che svela, con un tocco di ironia, le condizioni di marginalità di chi occupa le case popolari milanesi. Avviene tutto in 24 ore, tra ragazzi che si amano, pusher che si credono boss, tentativi di riscossa e colpi di scena.
I due cinici protagonisti, alleati loro malgrado, finiranno per trovarsi vicini, alleviando per qualche ora solitudine e nostalgia.
Biografia dell'autore
Fabrizio Vangelista

Fabrizio Vangelista, giornalista milanese. Torna a raccontare la periferia, le storie degli ultimi e di chi sta ai margini tra i caseggiati popolari di una città patinata e distratta. Ha pubblicato La festa del giorno dopo (Morellini Editore 2020), vincitore del Premio Opera Prima Città di Paullo e terzo classificato al Premio Letterario Massarosa 2021.
Informazioni aggiuntive
#LaDirettadelleditore: https://www.youtube.com/watch?v=y1sMdSaws1E
La preparazione di una festa da parte di una combriccola di diseredati ai margini della società ricorda un po’ Vicolo Cannery di Steinbeck. Molto efficace l’ambientazione nell’afa opprimente di un 14 agosto che avvolge e soffoca tutto e tutti.
La psicologia di prostitute, alcolisti, tossicodipendenti e delinquenti è analizzata ed espressa in modo profondo. Colpisce il crudo realismo con cui è descritta la vita nella “corte” di periferia, che assume una certa coralità, pur nell’individualismo ed egoismo di ciascuno. Particolarmente riuscita la figura del giovane calciatore di colore, a cui sono dedicati capitoli molto avvincenti anche nel ritmo. Molto riuscito e avvincente il contrasto tra i sogni utopistici di Cettina, Pistacchio, lo Zingaro da giovani “rivoluzionari” e la cruda realtà presente. La trama è verosimile e bene strutturata.