Queste Prose si rifanno a un modello conclamato e insuperabile, vale a dire le Illuminazioni di Rimbaud. Partendo da lì, esse cercano di miscelare poesia e prosa e di forgiare non solo uno stile, ma anche un immaginario fluido e irregolare. Si tratta di lasciarsi scandire il passo dal ritmo prima ancora che dal contenuto, e di abbandonarsi alle associazioni allentando il controllo della materia. Gli argomenti cessano di detenere la priorità, e il come diventa più importante del cosa; la tendenza è anzi quella – sempre da rilanciare – di rendere come e cosa intercambiabili. Nessuno è mai andato oltre lo sbalorditivo esperimento rimbaudiano, nonostante il tempo trascorso; né l’autore pretende di rompere l’incantesimo. Tuttavia, i magici brani del poeta francese hanno aperto alla letteratura un nuovo territorio di possibilità, che vale la pena esplorare anche a rischio di qualche capitombolo.
Biografia dell'autore
Enrico Macioci

Nato nel 1975, vive a L’Aquila. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza nel 2000 e la laurea in Lettere Moderne nel 2008. Ha esordito con la raccolta di racconti Terremoto (Terre di Mezzo, 2010), cui hanno fatto seguito i romanzi La dissoluzione familiare (Indiana, 2012), Breve storia del talento e Lettera d’amore allo yeti (Mondadori, 2015 e 2017), Tommaso e l’algebra del destino (SEM, 2020) e Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia (TerraRossa, 2022). Ha inoltre curato, assieme a Luca Cristiano, la miscellanea di saggi su IT, di Stephen King, dal titolo Dentro al nero (Effigie, 2017), e ha pubblicato la silloge di liriche L’abete nel cerchio (Saya, 2017). Ha pubblicato racconti presso Nuovi Argomenti e Flanerí, ed è apparso nell’antologia di racconti Polittico, edita da Cafféorchidea. Ha inoltre collaborato con Repubblica e O’Magazine, e ha pubblicato pezzi critici su numerose riviste cartacee e online.