Antoine Berman diceva che la sovrapposizione delle lingue è forse “il problema più acuto” che pone la traduzione della prosa. È proprio questo rapporto controverso fra eterolinguismo e traduzione a guidare la riflessione di questo libro, portandolo ad affrontare un insieme di domande: come tradurre un testo già tradotto? Possiamo ancora parlare di traduzione quando si traspone un testo plurilingue? L’eterolinguismo rientra nella folta schiera degli intraducibili? Un percorso attraverso un corpus di traduzioni di romanzi postcoloniali francofoni dimostra come l’eterolinguismo non sia tanto un problema, quanto piuttosto un potente strumento critico per ripensare la traduzione su nuove basi. L’auspicio è che la riflessione possa servire per problematizzare una certa idea della traduzione, assuefatta al mito della trasparenza e prigioniera dell’eredità di Babele che la spinge a lottare contro la diversità delle lingue.
Biografia dell'autore
Chiara Denti
Chiara Denti è dottoressa di ricerca in Traduzione, Interpretazione e Interculturalità (Università di Bologna) e in Etudes Italiennes (Université Paris Nanterre). Attualmente è lettrice di lingua italiana all’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Si occupa di letterature postcoloniali francofone e italofone, letterature migranti, teoria e pratica della traduzione. Tra le ultime pubblicazioni: «L’hétérolinguisme ou penser autrement la traduction», Meta 63 (3), dicembre 2017; «S’autotraduire entre langues et images: le cas d’Amara Lakhous», Écritures, n. 10, 2018.