«Claudia?»
Mi volto veloce e con la mano mi riparo dal sole allo zenit.
«Si», rispondo ancor prima di vedere il sorriso smagliante che mi acceca quanto la luce di questa splendida giornata estiva.
«Sei davvero tu?» insiste lui mentre si sposta e mi fa ombra. Il mio cuore fa SPLASH come la palla del bambino che poco distante impatta sulle onde.
«Dario?» Incredibile, sono riuscita ad articolare il suo nome.
«Sono colpito, ti ricordi di me?»
«Beh, sai, difficile dimenticare gli amici del mio fratellone!» Mi alzo dal lettino anche se non sono sicura che le gambe reggano. I suoi occhi si stupiscono mentre mi mette a fuoco. La radiografia sfacciata che fa al mio corpo permette all’autostima di schizzare ben oltre le banali stelle del modo di dire. Prendo coraggio, mi avvicino e gli stampo due baci sulle guance appena indurite da una barba incolta che mi fa girare la testa.
«Wow, Claudia, sei… sei…»
«Cresciuta?»
«Sì, certo, anche. Voglio dire che sei bellissima!»
«Adulatore eri e adulatore sei rimasto», mi scappa. Gli sorrido per mascherare l’imbarazzo. «Tu cosa ci fai qui? Come hai fatto a riconoscermi? Ero una quindicenne tutta ciccia e brufoli l’ultima volta che ti ho visto.»
«E ora sei una giovane e sconvolgente donna.» Sembra davvero colpito dal mio aspetto e il mio ego balla una samba tutta sua mentre lo ascolto simulando noncuranza. «La verità è che ho sentito quando davi i dati anagrafici al bagnino e poi tuo fratello ha confermato i miei sospetti. Siamo laggiù, tutta la compagnia del liceo al completo.»
Mi giro e adocchio un gruppo di maschi che hanno lo sguardo fisso su me e Dario. Individuo Luca e alzo un braccio in segno di saluto. Scuoto il capo: sembrano i bagnini di Baywaches.
«Come mai ci guardano così?» chiedo circospetta.
«Nulla, un gioco idiota. Quando ci ritroviamo torniamo tutti liceali: tanti ormoni e poco cervello», risponde evasivo, grattandosi la testa. «Ti va un bagno?»
Rifletto mentre mi immergo nella profonda pozza scura dei suoi occhi al cioccolato e penso agli addominali scolpiti che finalmente posso osservare, alle sue spalle larghe che mi sono sempre piaciute, ai capelli scompigliati che lo rendono ancora più attraente di quanto sia sempre stato e senza riflettere annuisco, ridendo da sola dei miei frivoli pensieri.
«Luca sostiene che ti stai laureando in lingue straniere», butta lì Dario. Ci stiamo godendo il refrigerio che l’acqua del mare ci regala. Siamo entrati solo fino alle gambe e quando il movimento delle onde urta il ventre sento tanti piccoli ghiaccioli pizzicare la pelle.
«Esatto. Mi laureo in culture e idiomi del Giappone Meridionale.» La sua faccia sbalordita dice tutto. «Sono sempre stata affascinata dalla cultura orientale e in particolare da quella del Sol Levante, sai la saggezza del loro pensiero, gli imperatori, le geishe…» lo provoco calcando il tono sull’ultima parola.
«Stai flirtando con me?»
«No, macché… Io?» La mia espressione esprime l’esatto contrario della risposta.
Si concede una lunga occhiata e lascia che la malizia passi evidente nel suo sguardo, eguagliando una saetta nel cielo. In un attimo è vicino, troppo vicino, e mi schizza con fare birichino. Comincio a urlare, infreddolita perché i ghiaccioli vagano ormai su tutto il corpo, ma anche compiaciuta dalla piega che sta prendendo la mattinata. Gli restituisco qualche spruzzo riparandomi con la schiena e quando mi è addosso ci tuffiamo insieme nella sorprendente distesa di mare, trasparente come di rado l’Adriatico si presenta.
Rapidi, ci acclimatiamo nell’acqua di una fine di giugno strepitosa. Dario si rivela un tipo loquace e pare davvero interessato a me, cosa che mi lusinga molto.
«Andiamo a salutare gli altri?» gli chiedo quando usciamo dall’acqua e vedo l’intera compagnia intenta a osservare i nostri movimenti.
Dario tentenna e poi si ferma, io invece proseguo fino al lettino. Prendo un asciugamano dalla borsa della spiaggia e torno indietro. I suoi piedi giocano con la rena del bagnasciuga e pare vogliano parlare al suo posto.
«Che c’è?» domando basita, bloccandomi di fronte a lui. Sorrido del suo impaccio mentre mi tampono la pelle impregnata di sale con il telo mare appena recuperato.
Quando alza gli occhi colpevoli, intuisco cosa stia succedendo. Mi volto verso la compagnia di mio fratello, troppo impegnata a far finta di niente, e poi ritorno a Dario che ora sa che io so.
«Mi dispiace», esordisce scuotendo il capo.
«Cosa avete scommesso?»
«Devo baciare una ragazza di questa struttura balneare entro mezzogiorno.» Prima di continuare verifica la mia reazione. Dato che sto in silenzio con le mani conserte davanti al petto, continua. «A onor del vero, Luca mi aveva vietato di fermarmi da te. Ma io non ho resistito, sono davvero stregato da…»
Non lo lascio finire e mi avvento sulle sue labbra, pregustandone la sorpresa e qualsiasi evoluzione questo bacio inaspettato possa portare con sé. L’onda lunga travolge le nostre caviglie e battezza quel noi ipotetico che si sprigiona dalla magica passione del momento.
Marcella Manca