«Nitto è il Papa e deve rendere conto solo a Dio. E a ben guardare, pensa, Dio sta messo lì apposta per perdonare. Morto più, morto meno, vuoi che si formalizzi?».
Il lupo fa branco e obbedisce all’istinto. L’istinto, stimolato dall’olfatto, lo spinge a una caccia perenne. Il lupo marca il territorio con l’urina e il sangue dei rivali.
La storia si svolge a cavallo fra il 1982 e il 1983. Sono gli anni dell’ascesa al potere mafioso, nel catanese, di Nitto Santapaola, e di Totò Riina nel palermitano. Ma sono anche gli anni del boom dell’eroina e della commistione fra servizi, mafia e politica. Agatino e Liborio hanno una ventina d’anni. Rapinano banche. Non sono affiliati a nessuna squadra mafiosa ma Agatino è figlioccio di Nitto Santapaola. Quando gli chiede un favore è bello grosso: far parte del gruppo di fuoco che eliminerà il generale Dalla Chiesa. Per ricompensarlo gli affiderà la messa in opera della prima raffineria di eroina. Quando per far piacere a Totò Riina, commette un altro omicidio, Agatino viene spedito a nascondersi a Londra, dove nel giro di pochi mesi, grazie all’alleanza con l’IRA, diventa il re del traffico di eroina. Quando ha ormai in mano il suo regno, ecco che Nitto lo richiama a Catania: sarà il momento della resa dei conti.
Sal Costa è nato vive a Catania. È autore di romanzi: Un du’e tre. La vera storia di Johnny il pompiere (1997), Visioni di Jack (1999), Bollito duro (2014), Il mercante di Dio (2018). Presente in riviste e antologie nazionali ed...
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